aggiornato al 20 Gennaio 2024
“Il movimento vespistico da sempre vede come sua attività principale quella del turismo in Vespa. Viaggiare a bordo dei nostri mezzi storici, d’epoca e moderni, ci consente di visitare luoghi nuovi, rivederne altri e soprattutto conoscere e frequentare chi come noi si è appassionato alla Vespa. Il turismo in Vespa quindi è prima di tutto il viaggio che ci porta al luogo del raduno. Negli ultimi anni si è discusso molto su chi fosse il vero vespista: quello con i chilometri fatti in sella alla sua Vespa storica, quello che ne ha fatti ancora di più con una Vespa d’epoca truccata, quello che ne ha fatti più di tutti con una Vespa moderna o quello che partecipa ovunque e per vari motivi il suo mezzo lo carica su un furgone? La verità è che siamo tutti vespisti! Sì, perché il vespista non si misura nei chilometri fatti o nei soldi spesi per il proprio mezzo, il vespista cerca l’aggregazione al di là delle differenze: i tesserati del Vespa Club d’Italia infatti provengono dalle più svariate estrazioni sociali, vivono in città come in campagna, sono uomini e sono donne, sono tutti giovani anche se la carta d’identità dice che ci sono vespisti di 12 e di 108 anni. Tutte le attività turistiche organizzate dai soci del Vespa Club d’Italia sono rivolte ai soci e tesserati dell’associazione stessa. Questo perché, come previsto dallo statuto del Vespa Club d’Italia, l’associazione promuove le attività vespistiche dei propri soci ed in favore degli stessi. È dunque sulla base di queste premesse che la direzione turistica del Vespa Club d’Italia intende riscrivere il regolamento turistico.”